Venezia a teatro

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 Una carta del mondo che non contiene il Paese dell’Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo, perché non contempla il solo Paese al quale l’Umanità approda di continuo. E quando vi getta l’àncora, la vedetta scorge un Paese migliore e l’Umanità di nuovo fa vela. Il progresso altro non è che il farsi storia delle utopie. L’umanità non sarà mai civilizzata fino a quando non annetterà l’Utopia ai suoi domini.

Citando Oscar Wilde, pensiamo a quanti pensatori, scrittori, artisti, hanno espresso il loro pensiero particolare sull’utopia, ma, al di là dei grandi nomi della storia, ci sono le utopie di ogni giorno, i sogni infranti di ognuno di noi, quelli che riusciamo magicamente a realizzare e quelli che speriamo di tramutare in realtà in un prossimo futuro o quelli che invece vogliamo che rimangano utopie…altrimenti svaniscono per sempre.

Ebbene, U-tòpi-a Venezia è stato un progetto lungimirante, coraggioso e ricco di emozioni! Un altro progetto del teatro di cittadinanza, frutto della gioiosa ed instancabile maestria e fantasia del regista veneziano  Mattia Berto: un laboratorio per il Teatro Stabile del Veneto che ha coinvolto 30 cittadini di età compresa tra i 25 e i 70 anni, i quali hanno lavorato in due piccoli gruppi, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza e delle disposizioni anti contagio, dalla fine di ottobre 2020 al 9 maggio 2021.

Il regista Mattia Berto
Ph. Giorgia Chinellato

Sono stati mesi intensi, che hanno visto i protagonisti del laboratorio prima di tutto riflettere sulla città di Venezia con dei video, in cui si sono immaginati al potere, con il potere di  cambiare qualcosa nella propria città. Successivamente, sono stati appesi in vari luoghi della città i manifesti con le foto dei partecipanti al laboratorio, con costumi e maschere uniche e originali realizzate da Ildo Bonato. E’ seguita poi una vera caccia al tesoro … una caccia ai semi di utopia, piccole tracce autobiografiche da scoprire nelle corti e nei campi di Venezia.



Il progetto è stato inoltre accompagnato dallo
splendido e variegato lavoro fotografico svolto da Giorgia Chinellato ed è stato costantemente raccontato anche sui canali social dello Stabile.

Il capitolo conclusivo si è svolto proprio sul palco del Teatro Goldoni, riaprendone così le portecon l’auspicio che sia l’inizio di nuovi orizzonti sempre più lontani dal periodo pandemico. Il teatro di cittadinanza nella città ideale ha accolto gli spettatori con le gigantografie dei “cittadini attori”, nel ruolo di candidati al voto, ha giocato con la parola U-tòpi-a e ha lanciato un messaggio fondamentale: la città e il teatro non si sono mai fermati, e “anche gli abitanti di Venezia non si sono mai fermati e con essi lo spirito di partecipazione e resilienza che da sempre li contraddistingue”, come sottolinea Mattia Berto.

E non finisce qui… parola di Utope Barbara, che ha partecipato al laboratorio!!!

Barbara