L’Assunzione

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Il 15 agosto la Chiesa cattolica celebra la Vergine Maria “assunta alla gloria celeste in anima e corpo”, come scrisse papa Pio XII nel proclamare il dogma nel 1950.

Venezia fu sempre profondamente devota alla Madonna, le si rivolgeva fiduciosa nei momenti di pericolo, per cercare protezione da guerre e pestilenze, e le dedicò innumerevoli chiese ed opere d’arte. Vediamone alcune di quelle propriamente consacrate all’Assunzione.

 

A Maria Assunta è dedicata la basilica, fondata nel VII sec ma più volte rimaneggiata, sull’isola di Torcello nella laguna nord. L’isola oggi è immersa in una pace surreale ma un tempo fu un fiorente centro di commerci. 

All’interno della basilica, sullo sfolgorante mosaico d’oro di stile bizantino dell’abside (XII sec.), Maria è la Madre di Dio e la solenne immagine non ci lascia dubbi sul posto che le è assegnato nella gloria dei cieli. Ancor oggi, nel giorno dell’Assunzione, si tengono a Torcello suggestive celebrazioni liturgiche.

Vergine Odighitria, XII sec, Basilica di Santa Maria Assunta, Torcello

Alcuni secoli più tardi, il cielo che fa da sfondo all’Assunzione della Vergine diviene quello mutevole di Venezia. Sulla facciata della chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti, l’evento è teatralmente rappresentato in forma scultorea. La Vergine si eleva sulla sommità del timpano accompagnata da un corteo d’angeli, mentre gli apostoli assistono dagli ordini inferiori. La chiesa, fondata nel XII secolo e officiata dapprima dall’ordine monastico dei Crociferi, venne completamente ricostruita per i Gesuiti agli inizi del XVIII secolo.

Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti, Venezia

All’interno (di una esuberanza decorativa tale che sembra voler chiarire il senso del termine “barocco”), si trova la pala d’altare dell’edificio precedente, dipinta da Jacopo Tintoretto (ca 1555) e che naturalmente rappresenta l’Assunzione della Vergine. La tomba è vuota, gli apostoli mostrano un profondo turbamento rivolti a Maria che sale al cielo circondata da un nugolo di angioletti. E’ una composizione densa e dinamica, quasi un vortice di figure dai colori brillanti.

Jacopo Tintoretto, Assunzione della Vergine, ca. 1555, Chiesa dei Gesuiti

La più celebre tra le raffigurazioni veneziane dell’Assunta è certamente quella dipinta da Tiziano Vecellio. La grande pala gli fu commissionata nel 1516 per Santa Maria Gloriosa dei Frari, la chiesa del convento francescano, dedicata appunto alla Vergine assunta alla gloria dei cieli.

Tiziano concepisce per l’altare maggiore un’opera grandiosa ed un’immagine colma di luce, che si staglia sull’altrettanto luminosa abside traforata dalle alte finestre gotiche, fulcro visivo e teologico dell’edificio. Avvolta da questa luce e accompagnata dagli angeli, la Vergine sale al cielo dove l’attende il Padre. Sotto di lei il moto scomposto degli apostoli, che tendono le braccia quasi a volerla raggiungere. L’opera di Tiziano rompe con la precedente tradizione delle pale d’altare veneziane e diviene paragone obbligato per le molte rappresentazioni successive del tema. 

Tiziano Vecellio, Assunzione della Vergine, 1516-18, Chiesa dei Frari

Se poi facciamo pochi passi nella stessa chiesa dei Frari, e un salto temporale all’indietro di un paio di secoli, ci troviamo di fronte ad una interpretazione completamente differente. 

In quella che era la sala Capitolare del convento, si trova il monumento funebre al doge Francesco Dandolo (che morì nel 1339). Lo sguardo è subito attirato dal dipinto di Paolo Veneziano posto sopra la tomba pensile. Rappresenta il doge Francesco e la dogaressa Elisabetta Contarini con i loro omonimi santi protettori, inginocchiati davanti alla Vergine in trono con il bambino. Le stanno affidando con fiducia la loro anima poiché sanno che al termine della sua vita terrena lei è stata accolta in paradiso. Questo infatti narra l’immagine scolpita sulla fronte del sarcofago, in cui vediamo Maria serenamente distesa nel momento del trapasso. Accanto a lei gli apostoli raccolti in due gruppi e, nello spazio vuoto che si crea al centro, Cristo accoglie l’anima della madre, in forma di una bimba strettamente avvolta in fasce. La solenne, quasi immobile composizione rappresenta la Dormizione, il sonno della Vergine, iconografia prediletta dalla cultura bizantina.

Monumento funebre di Francesco Dandolo, 1339, Chiesa dei Frari

Il racconto degli ultimi giorni di Maria prima della vita eterna compare in testi apocrifi diffusi in area orientale, dove dal VI secolo si istituisce la festa della Dormizione (che continua ad essere celebrata il 15 agosto dalla chiesa ortodossa). Accompagnato da innumerevoli disquisizioni teologiche, il culto si estende poco dopo all’Occidente, dove, anche nell’iconografia, si predilige il momento glorioso dell’Assunzione o quello dell’Incoronazione in Paradiso. Come abbiamo visto, nelle chiese veneziane l’arte seppe fare buon uso di entrambe le tradizioni.

 

 

Emanuela